Diario di controtransfert.
Autore: Christoph Helfrerich
Editore: FrancoAngeli (1994)
Perché leggere il libro? (di Chiara Giudici)
Per gli addetti ai lavori è un libro interessante perché molto onesto: offre l’esperienza del vissuto del terapeuta mentre è col paziente e la sviluppa nel processo terapeutico, arricchendo il lavoro di riferimenti teorici che, mescolati all’esperienza concreta, chiariscono una materia complessa e sempre soggetta a discussione.
Per i non addetti ai lavori è comunque una lettura interessante, che lasciando perdere i riferimenti tecnici che possono rimanere ostici, mostra il meccanismo relazionale che consente a un terapeuta di accompagnare il suo paziente, rimanendo in un continuo dialogo tra il proprio sentire (emotivo e fisico insieme) e quello della persona che ha in carico.
Quarto di copertina: La consapevolezza del proprio controtransfert è oggi considerata strumento indispensabile per il processo terapeutico. Il volume di Christoph Helfrerich affronta questa importante e affascinante tematica sia sul piano teorico che su quello esperienziale: l’autore percorre l’evoluzione teorica del concetto, a partire dalla prima elaborazione freudiana fino all’odierno pensiero analitico, ma allo stesso tempo presenta anche una preziosa descrizione della propria esperienza con un paziente lungo l’arco di un anno e mezzo. Riferendosi a un ambito di psicoterapia corporea, il testo assume particolare rilevanza, rappresentando il primo documento esaustivo del vissuto di un terapeuta in questo specifico, creativo approccio di psicoterapia. Il titolo del volume riprende un’affermazione di Wilhelm Reich secondo la quale in psicoterpaia, in ultima analisi, ciò che è in questione è sempre l’incontro tra “due animali in una stanza”.
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