Sì e No!
Dipende da cosa intendiamo per Amore.
Se Amore è il bisogno dell’Altro, la necessità di essere sempre con lui, allora la risposta alla domanda è Sì. Quel modo di amare può soffocare un figlio, un compagno di vita, un amico, un rapporto.
La necessità di essere sempre presenti può avere alle spalle il bisogno di controllare l’ansia e nasconde la necessità di gestire un paradosso: tentare di prevenire ciò che è previsto, ovvero la separazione, che prima o poi dovrà avvenire (quantomeno con la morte), ma il cui arrivo è imprevedibile…
Essere sempre con l’Altro, sempre pronti, presenti e disponibili, sebbene dia molta soddisfazione in una fase iniziale, poi rende la vita molto faticosa e spegne il Desiderio.
Senza Desiderio non c’è crescita, né personale, né della relazione.
Facciamo un esempio che parte da come siamo stati amati nell’infanzia, per arrivare a creare qualche connessione con il modo in cui ci rapportiamo alla coppia da adulti.
La qualità del modo con cui ci relazioniamo, conta più della quantità, del tempo che passiamo con l’Altro.
Mettiamo una buona base, anche se possiamo farlo per un tempo breve se:
Gioco con mio figlio, ci divertiamo facendo qualcosa che è piacevole per entrambi, ci gustiamo il momento di condivisione.
Se mi sforzo di esserci sempre il risultato relazionale non sarà dei migliori:
Sto un intero pomeriggio a giocare distrattamente con mio figlio, senza averne veramente voglia, chatto un po’ al telefono o penso ai fatti miei mentre sono lì con lui.
Ma vale anche tra gli adulti, nessuno di noi farà fatica a rivisitare la scena tra due fidanzati:
che condividono delle attività, parlano o si guardano silenziosamente e appassionatamente e altri due che sono insieme fisicamente ma distratti, magari concentrati a guardare il telefono.
Torniamo alle origini e immaginiamo una madre o un padre molto presenti, presenti nel modo qualitativamente buono, attenti verso il loro neonato, sempre lì con lui. Cosa possiamo chiedere di più?
In realtà se questa grande dedizione iniziale diventa quantitativamente troppa la loro attenzione si trasforma in qualcosa di dannoso! Riecco il nostro paradosso.
Quella stessa dedizione, buona se donata con misura, diventa opprimente. Soffoca i bisogni materni e anche la possibilità del bambino di fare esperienza della frustrazione, di esplorare il mondo e gli altri.
Il fanciullo con un genitore sempre presente non ha modo di mettere in campo le proprie abilità, attivando tramite il Desiderio, stimolato dall’assenza genitoriale, preziose risorse di crescita.
Così è nella coppia. Il partner sempre presente e disponibile, che si fa in quattro porta l’altro alla noia o al soffocamento, perché la relazione, che qui è tra adulti, manca di bilanciamento.
Paradossalmente proteggendo troppo un figlio, offrendogli troppo supporto lo accompagnamo verso un’età adulta in cui il nostro sostegno eccessivo si tramuterà nel suo bisogno di farsi sostenere dagli altri!
L’indipendenza verrà compromessa perché essendo mancato il supporto genitoriale alla fase esplorativa il messaggio che gli abbiamo passato è: “non sei all’altezza da solo, hai bisogno di me!”.
Impariamo a camminare cadendo se non caschiamo, non impariamo a rialzarci!
Così nella coppia ci ritroviamo a cercare di soddisfare/controllare continuamente l’Altro, perché la sensazione interna è che senza la relazione non possiamo farcela.
Quanto ci interroghiamo se il nostro bisogno di stare con qualcuno (coniuge o figlio che sia) è nostro o suo?
Vediamo veramente la necessità dell’Altro? Come possiamo essere sicuri rispetto a cosa è nostro e cosa loro?
A volte l’amore richiede la rinuncia a ciò che vorremmo o un “no” alla persona che amiamo, senza i quali il rapporto diventa ricco di bisogni, ma non di amore.
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Foto tratta da:https://pensieriscrittilessenzaioesisto.wordpress.com/2019/02/04/abbracciare/