Raccolta di scritti.
Autore: Nicoletta Cinotti; Corrado Zaccagnini
Editore: FrancoAngeli (2010)
Perché leggere il libro? (di Chiara Giudici)
Per addetti ai lavori. Libro che offre una preziosa finestra di dialogo, tra approcci teorici apparentemente differenti, ma ricchi di punti di contatto. Troviamo l’incontro tra la bioenergetica e gli approcci relazionali e psicoanalitici, con articoli relativi al reciproco rapporto tra processi corporei e relazionali nello strutturarsi della persona e nello strutturare la relazione terapeutica. In chiusura una sezione con riflessioni relative al setting interno ed esterno.
Quarto di copertina: Filo conduttore di questo volume, che raccoglie contributi dei più autorevoli esponenti internazionali dell’analisi bioenergetica, è il dialogo. Dialogo inteso sia come esperienza di confronto tra analisi bioenergetica e altri approcci psicodinamici, sia come qualità dello scambio clinico. Un dialogo mediato dal linguaggio del corpo per arrivare a quello verbale, dalla conoscenza implicita a quella esplicita, dal non consapevole alla consapevolezza condivisa tra paziente e analista. Questo dialogo è un percorso che cresce e si nutre proprio della condivisione reciproca. In questo modo il viaggio della psicoterapia non è solo un percorso di cambiamento per il paziente, ma lo è anche per l’analista: è un reciproco sistema di sviluppo.
Il tema della regolazione degli affetti, altro filo conduttore del volume, coglie lo svolgersi temporale dell’esperienza terapeutica, la sua unicità e la sua modulazione, favorendo il processo di integrazione del sé, nei suoi aspetti corporei, emotivi e cognitivi. È, inoltre, nell’integrazione tra il sé corporeo e i processi dell’io che si realizza il grounding, il radicamento nella nostra realtà interna ed esterna e la necessaria relazione tra questi due mondi. Lo sviluppo della capacità di risonanza corporea, elemento importante della formazione in analisi bioenergetica, rafforza la costruzione dell’alleanza terapeutica e costruisce una sorta di memoria dell’altro. Quella sensazione interna che abbiamo rispetto alle persone, rispetto ai nostri pazienti. Una memoria non verbale, ma percettiva, che ci fa conoscere l’altro come parte di noi. Non è l’analisi che integra ma, come ripeteva spesso Gabriella Buti Zaccagnini, il raccogliere, con la propria consapevolezza, la complessità della nostra esperienza.
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